mercoledì 26 settembre 2018

Articolo: I sogni di Mozart: Il busker Davide Stramaglia sbarca a Berlino per l’evento alla Berliner Philharmoniker

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Il 3 Ottobre alle ore 15:00 a Berlino, presso la Kammermusiksaal della Berliner Philharmoniker, si svolgerà il concerto premiazione “Enlightened Piano Radio Awards”.
Questo evento, che ha come protagonisti musicisti di fama mondiale provenienti da tutto il mondo, ogni anno si svolge in una differente città e quest’anno è stata scelta proprio la meravigliosa location berlinese.
La Enlightened Piano Radio (EPR) è una stazione radio statunitense il cui scopo è diffondere musica di pianoforte attraverso lo streaming 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e con servizi al pubblico quali laboratori didattici, ritiri e concerti.
Questa associazione di artisti, nata dall’idea dello statunitense Donovan Johnson per promuovere compositori ed esecutori di musica esclusivamente di piano, è orgogliosa di essere la casa di artisti che compongono musica per cinema e televisione, ma anche di musicisti itineranti che lavorano sia in modo indipendente che in gruppi. Gli artisti attivi che si possono ascoltare in radio sono già quasi 200.
Ed è proprio ricercando informazioni più dettagliate su questo evento che ho scoperto uno dei tanti mondi paralleli che costellano l’universo della musica, ed in particolare quello della musica di strada e dei musicisti di strada, i Busker.
Ma faccio un rewind.
Berlinitaly POST mi chiama per dirmi che c’è un interessante articolo da scrivere per me che amo raccontare storie straordinarie di persone conosciute nei modi più bislacchi: un artista italiano si esibirà in questo concerto-premio internazionale a Berlino: Davide Stramaglia.
Trovo l’annuncio dell’evento pubblicato dallo stesso Davide sul gruppo Facebook di Italiani a Berlino. Nasce in me l’immediata curiosità di conoscere questo artista e gli scrivo.
Una vita da busker
Davide mi risponde subito ed organizziamo una chiamata video dato che lui vive e lavora a Londra da sei anni.
E’ una furia di informazioni che iniziano ad accavallarsi quelle che mi da Davide: i primi quindici minuti di intervista sono quasi ipnotizzata da quell’entusiasmo che stravolge completamente la mia scaletta di domande.
Ricapitoliamo un attimo e lo blocco per recuperare un minimo di ordine e partiamo dalla parte finale di questa storia, ovvero dal suo attuale lavoro.
“Faccio busking”, mi dice con un bel sorrisone sulle labbra e, convinto probabilmente che io non sappia cosa sia, mi spiega in poche parole di cosa si tratta.
“Fare musica da strada è la mia vita da quando sono approdato Londra sei anni fa, e pensare che non ci volevo nemmeno venire io qui, non mi interessava proprio!”.
Davide infatti non parlava nemmeno una parola di inglese eppure, nonostante abbia superato la trentina da un po’, con l’entusiasmo di un ragazzino decide di lasciare il suo piccolo mondo in Italia (quattro band nelle quali suonava e un lavoro da corriere) e lavorare a Londra prima di tutto per imparare la lingua.
Si ritrova così a suonare alla King Cross Station: la mitica stazione da dove Harry Potter parte dal binario 9 e 3/4 per la sua grande avventura da mago.
Per Davide inizia così l’avventura da musicista di strada, con i migliori auspici visto il successo di Harry Potter.
Nella King Cross e St. Pancras (la nuova porzione di stazione di King Cross) infatti ci sono dei pianoforti a disposizione dei musicisti da strada.
Questa meravigliosa iniziativa sembra essere partita dal progetto artistico di Luke Jerram, artista di installazioni britannico. Con il nome “Play me, sono tuo” sono stati installati 1500 pianoforti in 50 città in tutto il mondo da New York a Londra appunto.
Molti di questi pianoforti, terminato il progetto che è durato tre settimane nel 2012, sono stati donati in beneficenza, ma alcuni di questi sono ancora a disposizione per continuare a suonare proprio come alla stazione di St. Pancras a Londra.
Ma non è così tutto rose e fiori.
Davide mi racconta che i primi due anni e mezzo sono filati lisci come l’olio: “Avevo trovato un lavoro di tutto rispetto in un ristorante dove lavoravo occupandomi del delivery, ma ad un certo punto il titolare del ristorante, un personaggio molto volubile, mi lascia a casa concedendomi solo due mesi per cercarmi un altro lavoro”.
Davide si incupisce un po’ mentre mi racconta questa parte della sua vita, come se questa ferita fosse ancora un po’ aperta. Ma poi sorride a pieno volto e mi racconta di come dopo questo evento, decide di riprendere in mano la sua vita di musicista.
Costretto quasi alla fame, senza lavoro e senza casa, perché nel frattempo si separa anche dalla sua compagna italiana, nelle tre settimane nelle quali viene ospitato da conoscenti, matura la convinzione di voler solo suonare il pianoforte nella sua vita. Un giorno, a St Pancras, fermatosi a suonare in uno dei pianoforti a disposizione mentre andava a casa, scorge un cartello nel quale la Roland bandisce un concorso che ha come premio un pianoforte digitale.
Davide scrocchia le dita e ricomincia a suonare a tamburo battente: “Le mie mani non funzionavano più come il mio cervello le ricordava”, dice, “E credevo di non poter più suonare, di aver perso tutto quello che avevo imparato in tanti anni di conservatorio, quando i miei amici mi chiamavano Mozart. Ma non mi sono arreso ed ho ricominciato ad allenarmi seriamente ogni giorno, anche per otto ore consecutive con la mia tastiera da 700 Pound”.
Inizia a personalizzare brani famosi trasformandoli in nuovi capolavori. Le sue mani volano sui tasti come guidati da una forza quasi soprannaturale e questi suoni rimodellati dal suo genio diventano virali: su YouTube il suo video di Pirates Of The Caribbean e Game Of Thrones Piano ad oggi ha raggiunto quasi 6 milioni di visualizzazioni!
Si ferma di nuovo un attimo, fa un sospirone e mi racconta tutti i sacrifici fatti per riuscire ad arrivare dov’è adesso.
Il conservatorio dove è arrivato suonando solo con una mano perché fino ad allora aveva avuto una piccola tastiera regalo di sua mamma qualche anno prima; i duri anni nei quali ha dovuto mettere da parte la musica perché doveva lavorare, anche “vendendo aspirapolvere porta a porta”; quando ha perso il lavoro ed è rimasto senza una lira e ha dovuto lasciare la sua casa per recuperare qualche soldo; gli amici che l’hanno aiutato a sostenersi per qualche tempo; il suo nuovo lavoro di corriere per un grande spedizioniere e le sue band dove cercava di racimolare qualche soldo suonando in giro per locali.
E infine il giorno nel quale è arrivato a Londra con il suo sogno nel cassetto pur non sapendo da dove iniziare. Alla separazione dalla sua ex compagna fino all’incontro fortunato con Patricia, la sua attuale compagna, con la quale ha avuto una figlia che oggi ha poco più di un anno.
Tutto d’un fiato mi racconta i dettagli di questa avventura di cui va fiero e a tratti si ferma incredulo di quante cose è riuscito a fare in così poco tempo, lui che senza un minimo di esitazione dichiara apertamente di aver fatto solo la scuola media e che la sua unica istruzione è la sua musica coltivata in anni di conservatorio e per strada. 
 
Si definisce un busker a tutti gli effetti, 365  giorni all’anno lui esce di casa tutti i pomeriggi dopo aver accudito a sua figlia Grace tutta la mattina. E va a suonare circa sei ore in Underground.
Ma solo da qualche tempo in Underground perché “Prima…”, ci tiene a sottolineare, “suonavo con vento, pioggia e neve anche a meno 4 con le gambe paralizzate dal freddo e le dita delle mani assiderate con i guanti tagliati per avere la sensibilità alle estremità per sentire i tasti del pianoforte. Ma non mi sono mai arreso e mai mi arrenderò”.
Chiedo poi a Davide quali sono i suoi progetti e cosa sogna di fare in futuro.
“Un’audizione all’interno di un evento, un altro Awards, il “21st Century Icon Awards”, un ingaggio come pianista presso il Plaza Hotel di Londra, una band tutta sua con voci e strumenti, girare per mondo facendo musica Live. 
 
Una curiosità: Davide ha composto due album sino ad ora: “THE BIRTH” e “THE PATH”. Alcuni dei titoli dei suoi brani appartengono a periodi della sua vita molto particolari come “Fifth month” scritto al quinto mese di gravidanza della sua Patricia quando aspettava Grace, o “Anjelica” che racconta la perdita del suo primo bambino nel primo trimestre di gravidanza: tutti e due bellissimi e toccanti. Alcuni infine sono stati intitolati da persone speciali che hanno e fanno parte della sua vita, come “Ocean” (che suonerà a Berlino) il cui titolo é stato scelto da sua sorella.
Sentendo i suoi racconti e ricordando le centinaia di musicisti di strada incontrati in tutti questi anni, mi fa pensare che il tempo per un artista di strada non sia ne caldo ne freddo, e per le mani di un musicista questo tempo sia come il vento che passa sopra le foglie nuove in primavera e fa volare le foglie secche sui viali in autunno. E’ un tempo che passa, agli occhi degli ignari, inosservato a volte, ma con moti di sofferenza e gioia per altri.
Chi ha potuto vederli suonare sa che quel vento gli passa attraverso e tutto intorno e guida i loro progressi, le loro note, le loro performance, verso un misterioso viaggio che in ognuno di loro ha una diversa meta.
Devo chiudere la nostra conversazione mio malgrado.
Sono quattro giorni che ascolto questo musicista, che è responsabile di aver tirato fuori dal mio cassetto un vecchio amore verso il pianoforte e di avermi fatto apprezzare ancora di più le decine di artisti visti qui a Berlino, nelle strade, nelle stazioni, a Mauer Park e giù nella U-Bahn.
Grazie Davide per la tua musica.
 
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