venerdì 7 febbraio 2014

Diario: Ossessionata

... Giorni a rimuginare sull'ossessione materna che mi travolge e s-travoge le madri: le nuovamente madri, le nuove madri, punto.

Un'amica di penna e di avventura mi dice che noi nuove madri, e nuovamente madri, siamo ossessionate dai nostri figli: "Tutto questo è normale", poi asserisce, confermando così di avere fatto parte di questa categoria e di essersi salvata poi; mi pare di capire.

Ossessionata, dunque.
Tormentata, perseguitata, martellata, oppressa, asfissiata, importunata, esasperata: sinonimi.
Non ci sono contrari.
No.

"Immagino te, amore mio, perso in questo mare di cose da vedere e imparare. Ti immagino solo, confuso, impaurito che mi guardi costantemente in cerca di aiuto. Della conferma che è tutto sotto controllo: che sarai tu a mangiare il pezzo di pane e non il contrario, che il draghetto nuovo non si sveglierà nel cuore della notte e ti investirà con la sua lingua di fuoco, che tuo padre tornerà di nuovo a casa ogni sera, che soprattutto ci tornerò io, che dal mio seno uscirà ancora tutto il latte di cui hai bisogno, che nel buio della notte la mia voce continuerà a parlarti sottovoce, che sarò accanto a te quando aprirai gli occhi al mattino, che la renna e Babbo Natale continueranno a darti il buongiorno fino a quando non si staccheranno dal vetro per il caldo, che tua sorella comparirà dalla porta come un magico e pazzo folletto sempre, che dopo il pianto ci sarà sempre il riso e poi il bacio, che mio profumo sarà sempre anche il tuo fino a quando non sarai tu a cambiarlo, che le mie mani si uniranno sempre alle tue quando avrai bisogno di essere guidato. 
Se non fossi ossessionata di te tu potresti anche perderti in questo mare e io forse mi perderei in un qualunque sterile tempo, tra sterili accampati giudizi e pseudointeressanti femminili impegni para-appaganti. 
Sarei sola anche io. E anche persa. 
Immobile a cercare nel vuoto quella bellissima sensazione di pieno, di amore, di te. 
Se tutto questo si chiama ossessione allora io non ho capito niente di questo alchemico miracolo. 
E tu sei chimera dei miei sogni... 
Annullo me stessa e affogo nell'ossessione che ho di te in questa normalità citata. 
Voglio perdermi nei tuoi occhi invadenti, tra le tue amabili labbra, e il tuo incontenibile sorriso. 
Voglio fermare il mio respiro come tu ogni tanto fermi il tuo in cerca del filo del sogno, del mio sguardo, del mio "si, ci sono, sono qui"...

                                                                                                                  Mamma...

Nessun commento: