lunedì 13 febbraio 2012

Storia: Mi chiamo Marisca e sono un'infermiera


Sono stesa a terra, e credo di esserlo perché ho ricevuto un pugno da uno sconosciuto. E' l'ultimo flebile ricordo prima di perdere i sensi. Non so chi sia, credo sia lo stesso tizio con il quale ho avuto un diverbio poco fa... Uno sciocco maleducato senza pudore che ha ostentato la sua virilità con quei muscoli da tiratore scelto.
Perché mi ha picchiata?
Qualcuno mi aiuta a rialzarmi?
Nessuno mi sente.
Mi sento come paralizzata...

(Non so perché, ma la voce di mia madre mi dice che sto sbagliano a cambiare la mia vita così drasticamente. Me lo ripete all'infinito... perché ho un figlio e un marito che mi amano e perché le donne nel nostro paese non hanno lo spazio che meritano, questa è la verità)

Mi brucia... mi brucia terribilmente la testa. Ed ho freddo. Continuo ad essere qui sola. Cosa mi succede?

(Mihael mi corre incontro tutte le volte che torno a casa. Anche se sono stanca ed ho fatto turni stressanti in ospedale, riesco a stare con lui senza che questo mi pesi. Mihael è tutta la mia vita. Lo è anche suo padre, che mi ha appoggia sempre in tutto quello che faccio.... anche fuggire dal nostro paese e venire qui in terra straniera e lasciare il lavoro a cui teneva tanto. Gli uomini del mio paese ancora ragionano con una mentalità antiquata: le donne seguono le scelte dei loro uomini. Spesso queste scelte non sono affatto buone.
Ma Yury no: lui è il marito che tutte le mie amiche avrebbero voluto avere. E' forse un po' testardo a volte. Ma l'amo)

Sento voci che si accavallano intorno a me... non le capisco. Non so cosa mi stia succedendo ma mi sento sempre più assente. Sento che piango. Le lacrime mi rigano il volto. Ora vorrei gridare e farmi sentire, ma ho un dolore fortissimo alle braccia e uno forte al petto come se qualcuno stesse provando a fermarmi: “No Maria, non muoverti, stai ferma è troppo pericoloso non far nulla”...

(Ho lasciato a Loredana, la mia amica, la lista delle cose da fare per il compleanno dei nostri figli, che fanno gli anni lo stesso giorno. Loredana è la prima amica che ho avuto in questo paese: ci siamo incontrate all'uscita della scuola e da allora siamo amiche per la pelle. Lei mi ha aiutata a riempire le pagine del curriculum, lei mi ha aiutata a presentare le domande per i concorsi, lei mi ha aiutata ad integrarmi nel mio ambiente. 
Pomeriggi di tè e biscotti, serate al cinema, riunioni a scuola, compleanni... Mi ha obbligata a partecipare a tutto quello che potesse essere utile al mio debutto in questa città piena di contraddizioni, e in un paese che di contraddizioni ne ancora di più)

Mi sento portar via.. sollevare... e poi ancora urla. Vorrei dormire soltanto. Sono stanca. Non riesco a sentire più niente... ora quasi neppure più le voci. Una volta ho sentito dire che la morte si presenta così. Forse sto morendo anche io? Dove sono? Perché sono terribilmente triste ora?

(Il giorno del mio matrimonio il mio bouquet da sposa lo ha preso mia sorella. Mi disse che non sarebbe mai stata una sposa più bella di me. Poi il giorno del suo matrimonio piansi come una bimba: lei era incinta di otto mesi e io avevo in braccio il mio Mihael. Mi disse che non sarebbe mai stata una madre più brava di me. Mia sorella mi adora, sono il suo punto di riferimento, ma lei non sa che ragione di vita è stata per me fin da bambina. Volevo tanto una sorellina... Non potrei vivere senza la sua presenza nella mia vita. E lei... Lei vivrebbe senza di me?)

Sento il colore rosso invadermi la testa... ho paura e ancora freddo. Dov'è Yury? E Mihael? Devo andare a prenderlo a scuola... già... che ore sono? Perché nessuno mi risponde? Sono qui! Vi prego svegliatemi! Sono qui! Vi prego sono viva... No? Cosa dite?

(Io e Yury vogliamo un altro bambino. Ora che mi sono integrata e lui ha un lavoro fisso, vogliamo allargare la famiglia. “Sento il tuo respiro sul mio collo amore mio. Mi piace fare l'amore con te, e ogni volta mi sento la donna più amata di tutta la terra. Si lo voglio anche io, magari una bambina, che dici?”)

Sono trascinata a fatica da un posto ad un altro... il petto continua a schiacciarmi il cuore... la gola sembra un ingorgo di parole strozzate dal dolore... forse sto veramente morendo... O è un sogno?

(Mi ricordo che da piccola, quando sognavo di non respirare più, era mio papà che veniva a consolarmi. Era come il gioco che facevo con mio cugino Ovidiu: chi tratteneva il respiro più a lungo)

Ho la sensazione di volare adesso...

(“Mamma io male pancino”. No amore dolce, aspetta mamma ti mette le ali di un angelo qui, guarda.. e ora ti passa tutto. A Mihael piace tanto questo gioco... E poi mi dice: “mamma chiama angelo e fai passare male pancino?”)

Non vedo ancora niente e non voglio credere a niente... Sento però chiaramente le voci adesso... Chiamo Yury e non mi sente... cerco il profumo del mio bambino e non lo sento... Solo odore di ElleAccaFen concentrato che odio... Yury piange... Forse non ho più speranza... Sto dormendo da giorni e continuo ad essere bloccata in questo corpo che non ne vuole sapere di rispondermi. “Vorrei mi slacciaste le cinture. Ehi tu! Forza! Slegami!”.

(Mamma non devi preoccuparti, sono una donna forte e riuscirò in tutto quello che voglio perché me lo hai insegnato tu)

Non sono più sicura di questo... Sono giorni che sono qui ferma... Mi manca terribilmente il mio bambino, fare l'amore con Yury, la mia amica Loredana, il pasticcio di carne, le corse in casa con Mihael, i suo occhietti chiusi dopo la buonanotte, il bagno caldo quando torno a casa, le lunghe code alla posta, il freddo inverno, le mie emicranie, la metro piena, il sugo della domenica, i regali di Natale, mio padre, mia sorella , le mie sigarette... mia madre... il treno... la vita...
 
(Hai ragione mamma. Non dovevo venire qui. Ti ho delusa, vero? Ho deluso tutti, non sono forte abbastanza. Non volevo andarmene)

Non volevo morire... si adesso lo so... sto morendo.

[tratto da una storia vera]

1 commento:

IRE B. ha detto...

ciao! adesso ce l'ho fatta :)
sei davvero brava a scrivere, mai pensato di farlo sul serio?